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dai GIORNALI di OGGITRICHET: EVITIAMO LA TRAPPOLA DELLA LIQUIDITA' 2009-01-16 |
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"Dopo la decisione di oggi - ha dichiarato il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet durante la tradizionale conferenza stampa a Francoforte - consideriamo i rischi per la stabilità dei prezzi ampiamente bilanciati nel medio termine". Secondo Trichet, l'inflazione dovrebbe proseguire nella discesa durante i prossimi mesi, per poi iniziare a risalire da metà 2009. Trichet ha aggiunto che la decisione odierna è stata presa all'"unanimità" e che la Bce continuerà "a monitorare la situazione molto da vicino". Il numero uno dei banchieri centrali europei ha detto che non ci saranno nuovi ritocchi dei tassi in febbraio, una scadenza troppo ravvicinata per cambiare ancora le carte. "L'appuntamento più importante per la politica monetaria" dell'Eurozona, ha chiarito Trichet, sarà la riunione della Bce "in programma a inizio marzo, quando avremo a disposizione nuovi elementi e le nuove proiezioni messe a punto dal nostro staff". Trichet non ha mancato di sottolineare i rischi di un taglio eccessivo del costo del denaro. "Non è nostra intenzione ritrovarci in una trappola della liquidità", ha spiegato il presidente dell'Eurotower riferendosi al rischio di tagliare i tassi di interesse eccessivamente creando così le condizioni per una liquidità eccessiva nel sistema, tale da produrre una nuova fiammata delll'inflazione. "L'esperienza ci insegna - ha aggiunto - che una volta entrati nella trappola della liquidità, poi è molto difficile uscirne". Niente corse al ribasso, quindi, con Stati Uniti e Giappone. Il punto è che Francoforte prevede un peggioramento del quadro economico nell'area euro rispetto alle ultime previsioni. Così "la Bce - questa l'analisi di Trichet - sta anticipando un ulteriore deterioramento della congiuntura" proprio con il taglio dei tassi di oggi. La Banca centrale europea, ha proseguito il presidente, ha accolto con favore i piani di sostegno all'economia varati nell'area euro, ma queste manovre aggiungono "notevoli fardelli alle finanze pubbliche di molti Paesi". Quindi, si ripercuoteranno con incrementi dei deficit "da invertire il prima possibile", ha avvertito il presidente della Bce, perché altrimenti "colpiranno le generazioni future". Come regolarsi allora? "Si possono usare i margini previsti dal Patto di stabilità e di crescita per i tempi di crisi, ma solo quelli", ha chiarito Trichet. In ogni caso, riguardo alle prospettive il numero uno dell'Eurotower ha precisato che i tassi sulle operazioni di rifinanziamento al 2% sono a un livello molto basso che non è, tuttavia, il limite ultimo. Per le future decisioni sui tassi di interesse "siamo aperti a tutto, ma per adesso non abbiamo assolutamente nessun orientamento", ha chiosato il presidente dell'Eurotower. Complice l'apertura di Trichet all'ipotesi di futuri nuovi tagli dei tassi, sui mercati valutari l'euro è sceso fino a segnare un nuovo minimo di seduta a 1,3054 dollari a metà pomeriggio. Le reazioni di Confindustria e del Governo Nella riduzione dei tassi la Bce "appare in ritardo" anche se l'interbancario si sta normalizzando grazie alle aspettative di ulteriori tagli. È il Centro Studi di Confindustria a commentare così, nella Congiuntura Flash, l'azione della Banca centrale europea in questo momento di crisi economica. La Banca d'Inghilterra, si legge nel bollettino, ha portato i tassi al minimo storico (1,5%), mentre tra i paesi emergenti, dopo i ribassi cinesi, taglia di 1 punto l'India. La Federal Reserve li ha azzerati, mentre la Bce dal 2,5% li ridurrà di almeno un altro punto entro la metà 2009 visto il calo dell'inflazione. Più positivo il commento del ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola. "La riduzione del tasso di sconto dello 0,50% da parte della Bce e la conferma dell'inflazione di dicembre al 2,2% da parte dell'Istat - ha dichiarato il ministro - indicano che si sta procedendo sulla strada del raffreddamento della dinamica dei prezzi, delle tariffe e degli interessi sui crediti e sui mutui immobiliari. Ciò rappresenta un sostegno per le imprese e un sollievo per le famiglie, soprattutto quelle a reddito fisso, che vedono crescere il proprio potere d'acquisto rispetto ai mesi scorsi e possono dunque mantenere il proprio stile di vita e di consumo".
Cos'è la trappola della liquidità commenti - |Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci 15 gennaio 2009 "È possibile portare un cammello all'abbeveratoio, ma non lo si può costringere a bere". Una delle massime più celebri degli economisti keynesiani negli anni trenta era utilizzata per fotografare la cosiddetta trappola della liquidità. Durante la Grande Depressione del '29, in America, il tasso di interesse nominale raggiunse la parità e la temibile trappola - costo del denaro a zero senza effetti sulla ripresa economica - scattò inesorabile. Lo stesso accadde nel Giappone della Grande Deflazione negli anni novanta. Gli Stati Uniti di oggi sembrano correre lo stesso rischio: i tassi sono stati abbassati dalla Federal Reserve a una banda di oscillazione compresa tra 0 e 0,25 per cento. L'inglese John Maynard Keynes (1883-1946), uno dei padri dell'economia moderna, utilizzava la curva della preferenza per la liquidità proprio per dimostrare l'inefficacia della politica monetaria nelle situazioni in cui il mercato si dimostra poco reattivo alle variazioni del tasso d'interesse. In questo caso l'economia esprime una capacità produttiva lontana da quella potenziale nonostante un costo del denaro talmente basso da stimolare, almeno in teoria, consumi e investimenti. In parole povere: tassi troppo bassi, investimenti in frigorifero, prevedibile ulteriore frenata per un'economia già debole, redditi in calo, consumi sempre più ridotti in attesa di tempi migliori. Che possono anche tardare ad arrivare. Ma cosa c'entra l'Europa e perché il presidente della Banca centrale europea, Trichet, dice di temere un eccessivo abbassamento dei tassi? Le banche, in un simile contesto, preferiscono decisamente la liquidità e finiscono per non fare circolare il denaro all'interno del sistema economico. Che va in asfissia. Attualmente gli istituti di credito europei detengono presso la Bce circa 300 miliardi di depositi nonostante la bassa remunerazione. Oggi, contemporaneamente al ribasso del tasso al 2%, è stato ridotto all'1% quello sui depositi, mentre il tasso marginale è stato mantenuto al 3 per cento. Si è voluto aprire così un "corridoio monetario" (differenza fra il tasso sui depositi e quello marginale sugli impieghi o finanziamenti) pari a 200 punti base (2%). Un provvedimento che dovrebbe servire proprio, facendo diventare più conveniente l'immissione di liquidità sul mercato, a evitare che i signori del credito tengano il denaro parcheggiato. Prima dell'inizio della crisi finanziaria e del credit crunch i depositi bancari alla Banca centrale di Francoforte erano ridotti al lumicino: circa 1 miliardo. Tornando alla trappola della liquidità, come uscirne? Se la politica monetaria è inefficace, la ricetta keynesiana classica suggerisce di stimolare l'economia attraverso la politica fiscale, proprio quello che sta succedendo oggi in mezzo mondo per fare fronte alla brusca frenata dell'economia seguita alla crisi finanziaria e al razionamento del credito. Una riduzione di tasse o un aumento di spesa pubblica possono riavvicinare il reddito al livello di pieno impiego. Più recentemente il premio Nobel Paul Krugman proprio durante la caduta dell'economia giapponese propose, invece, un modello dinamico per interpretare la trappola della liquidità: gli agenti economici prendono delle decisioni che riguardano non solo il presente ma anche il futuro, anello mancante dei modelli keynesiani della prima generazione. Una trappola della liquidità può verificarsi se la crescita attesa dell'economia è negativa. In questo caso, come si diceva, la propensione è a risparmiare oggi per poter consumare anche domani, quando il reddito potrebbe essere perfino più basso. La terapia, allora, secondo Krugman potrebbe essere una politica monetaria attiva che generi aspettative di inflazione. (a cura di Alberto Annicchiarico) |
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